Recensioni

Trento. Orchestra Haydn di Bz e Tn con la direzione di Jaume Santonja. Una esperienza musicale eccezionale

di Stefano Torboli
Trento, Auditorioum SantaChiara, 25 ottobre 2023, ore 20.30
Stagione Sinfonica 2023-24
DIREZIONE D’ORCHESTRA JAUME SANTONJA
PERCUSSIONE DOMENICO CAGNACCI
ORCHESTRA ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
JAMES MACMILLAN: VENI, VENI, EMMANUEL
PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ: SINFONIA N. 1 IN SOL MINORE, OP. 13, SOGNI D’INVERNO

© FONDAZIONE HAYDN STIFTUNG

Il 25 ottobre 2023 l’Auditorium Santa Chiara di Trento è stato il palcoscenico di un concerto
indimenticabile che ha affascinato il pubblico presente. L’Orchestra Haydn, sotto la magistrale direzione di Jaume Santonja, ha offerto una performance straordinaria, dimostrando una maestria tecnica e una sensibilità emotiva senza eguali.
La serata si è aperta con l’atteso brano di James MacMillan, “Veni, veni, Emmanuel”, un concerto per percussioni e orchestra che ha visto il talentuoso Domenico Cagnacci come solista alle percussioni. Tale composizione può essere esplorata in due modi differenti. Da un lato, è un’opera puramente astratta, in cui tutto il materiale musicale è tratto dal canto gregoriano francese del XV secolo. Dall’altro, è un’indagine musicale della teologia dietro il messaggio dell’Avvento. Il solista e l’orchestra hanno intessuto un dialogo costante, emergendo come partner uguali in un connubio magico. Protagonista della scena è stata una vasta gamma di strumenti a percussione, che ha creato un panorama sonoro ricco e coinvolgente, spaziando tra suoni determinati e indeterminati.

L’utilizzo del set è davvero immenso, tanto da occupare tutto il fronte del palcoscenico: tamburi di pelle, woodblock, vibrafono, marimba, tamtam, crotali ecc. L’orchestra, ben bilanciata, ha fornito un accompagnamento impeccabile al solista, creando un
equilibrio armonico tra gli strumenti a percussione e il resto dell’orchestra. Questo bilanciamento ha permesso ai dettagli intricati del brano di emergere chiaramente, catturando l’attenzione dell’uditorio con ogni colpo e vibrazione. Il solista ha concesso un inaspettato bis che ha creato smarrimento tra le file del pubblico. Il sottoscritto l’ha interpretato come una citazione di 4’33” di John Cage, un’opera sperimentale per qualsiasi strumento che, secondo le intenzioni dell’autore, consiste dei suoni presenti nell’ambiente in cui viene eseguita, dando un’idea di importanza dell’ambiente stesso, sebbene sia generalmente percepita come quattro minuti e trentatré secondi di silenzio.

La seconda parte del concerto ha visto l’orchestra eseguire la Prima Sinfonia in sol minore di P. I. Tchaikovsky, comunemente conosciuta come “Sogni d’Inverno”. Il ventiseienne compositore russo dimostrò la sua genialità già in questa opera giovanile, esplorando una varietà di timbri e abbinamenti strumentali, che successivamente avrebbero caratterizzato le sue sinfonie mature. Il direttore Jaume Santonja ha guidato l’orchestra con grande intensità, trasmettendo al pubblico la bellezza e la magia di questa sinfonia. Ha saputo catturare i grandi contrasti presenti nella partitura, passando dalla delicata poesia del primo movimento al vibrante e giocoso scherzo, dalla meditazione del terzo movimento all’energia travolgente del finale che ha portato a una chiusa mozzafiato.
Santonja ha valorizzato i diversi colori orchestrali di Tchaikovsky, creando un’atmosfera ricca e coinvolgente che ha avvolto l’intera sala. Il pubblico, rapito dall’emozione e dalla maestria dell’esecuzione, ha tributato all’orchestra e al direttore lunghi applausi, riconoscendo così l’eccezionale performance della serata.
Grazie all’impeccabile interpretazione dell’orchestra, alla straordinaria abilità del solista e alla passione travolgente del direttore, il pubblico ha vissuto un viaggio musicale indimenticabile

Redazione Artesnews

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