di Luca Sozio*
Verona, Teatro Filarmonico 24 novembre 2024 ore 15.30
Stagione 2024
LA CENERENTOLA
ossia La bontà in trionfo
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Jacopo Ferretti, da Perrault
Musica di Gioachino Rossini
Don Ramiro Pietro Adaini
Dandini Alessandro Luongo
Don Magnifico Carlo Lepore
Clorinda Daniela Cappiello
Tisbe Valeria Girardello
Angelina Maria Kataeva
Alidoro Matteo D’Apolito
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Direttore Francesco Lanzillotta
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Regia Manu Lalli
Scene Roberta Lazzeri
Costumi Gianna Poli
Luci Vincenzo Apicella
riprese da Sergio Toffali
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
ph© Ennevi Foto

In un’ambientazione degna della più classica delle fiabe Disney, la storia della giovane ragazza di infinita bontà maltrattata dalla sorte, dal patrigno e dalle sorellastre, inizia come saltata fuori dalle pagine di un libro, grazie alla regia di Manu Lalli, alle scene di Gianna Lazzeri e ai bei costumi di Gianna Poli. L’overture dell’Opera immerge da subito il pubblico in questa dimensione, rievocando un po’ in tutti il famoso fanciullino di cui parlava il Pascoli. Molto efficaci gli interventi scenici delle ballerine-fatine, capeggiate da una giovanissima e coinvolgente collega, che fin dall’apertura dello spettacolo entrano in scena cariche di brillante polvere magica e guidate da Alidoro, interpretato in quest’ultima recita dal basso Gabriele Sagona.

La voce pastosa e ben “girata” di Angelina di Maria Kataeva ha disegnato un personaggio perfettamente coerente con il racconto e con la scrittura rossiniana. Omogeneità del suono e un’ottima dizione hanno caratterizzato la sua performance. Pietro Adaini nei panni del principe Don Ramiro, riesce a risolvere bene questo impervio ruolo rossiniano. Anche Alessandro Luongo caratterizza molto bene il tronfio Dandini, il quale si monta la testa non appena il suo signore decide di scambiarsi con lui gli abiti, alla ricerca dell’amore puro e disinteressato. La prova del trio composto dalle sorellastre (Valeria Girardello e Daniela Cappiello) e dal magnifico Carlo Lepore nei panni del patrigno, è quel qualcosa di molto riuscito che riesce a divertire, stupendo il pubblico fino all’ultima nota di quest’opera meravigliosa. Carlo Lepore si conferma un artista di primo ordine, dalla teatralità incredibilmente comica, regalando al pubblico un canto veramente adeso al significato della parola, sfoggiando una voce in splendida forma. Applauditissimo, infatti, dal pubblico.

Ottima la bacchetta di Francesco Lanzillotta. Il bilancio è quindi di uno spettacolo veramente riuscito e divertente questo che il Teatro Filarmonico ha regalato al suo pubblico.

* Luca Sozio  (vedi)

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