Verona, Teatro Filarmonico, 21 aprile 2023, ore 21                                                    6° Concerto della Stagione sinfonica 2023
DIRETTORE
Jaume Santonja
Orchestra della Fondazione Arena di Veona
Richard Strauss
Macbeth op. 23
Liebesszene, da Feuersnot op. 50
Suite per orchestra, da Der Rosenkavalier op. 59

copyr. Ennevifoto

A poco meno di un anno dall’appuntamento di inizio maggio 2022, la fondazione Arena propone nuovamente un incontro sinfonico dedicato al compositore tedesco Richard Strauss. Come un anno fa, il programma della serata è prettamente monografico, e propone una selezione di brani altrettanto ricercata ed interessante. I titoli in
scaletta sono – infatti – non solo abbastanza rari da sentire, ma anche ben distribuiti nel
percorso musicale del compositore e nel suo periodo storico di attività.
Apre le danze un poema sinfonico, genere tanto amato dai compositori del Diciannovesimo
e del Ventesimo secolo, quanto specificamente caratteristico della produzione di Strauss. Si
tratta di Macbeth: composto tra il 1886 e il 1888 ed ispirato alla celeberrima tragedia
shakespeariana, segna un punto importante del percorso artistico e stilistico del
compositore. Genere altrettanto caro a Strauss è indubbiamente l’Opera, da cui provengono i due restanti brani in programma. Il primo è il Liebesszene dal Feuersnot, la seconda opera lirica del compositore, in singolo atto. Pur distando cronologicamente solo tre anni dal Macbeth, non delude l’ascoltatore che cerca stili diversi dell’artista da mettere a confronto. Chiude la scaletta la meravigliosa suite per orchestra da Il cavaliere della rosa, titolo di grande fama e noto per l’enorme successo che ottenne alla prima assoluta, nel 1911. Di nuovo apprezzabile il mutare dello stile compositivo, che raggiunge uno Strauss di compiuta maturità artistica e ben inserito in un ormai avviato Novecento.

Al suo debutto il direttore spagnolo Jaume Santonia, dal 2022 direttore principale ospite dell’Orchestra Sinfonica di Milano. La sua lettura restituisce uno Strauss scorrevole e vivace, con tono prevalentemente squillante e con un’interpretazione musicale che raggiunge il suo punto più interessante nell’ultima parte del concerto, con la suite. La performance dell’orchestra veronese, schierata sul palco con un organico assai numeroso, convince nel carattere e colpisce per la maestosità del volume, ma non manca di sostanziose imperfezioni. L’intonazione e l’insieme risultano un po’ altalenanti, con più d’un passaggio di confusa riuscita, tra gli archi e non solo. Rilevante il miglioramento qualitativo di suono e di lettura del secondo pezzo in programma, il Liebesszene, che appare forse il meglio riuscito della serata. Apprezzabile anche l’escursione dinamica messa in campo nella suite del Rosenkavalier, ampia e di profondi colori. Soddisfatto nel complesso il pubblico, che non si mostra eccessivamente generoso alla fine dei primi due brani, ma compensa con un lunghissimo applauso al termine del concerto, dopo la suite. Nonostante – va detto – tra le mura del Filarmonico ci si fosse abituati ad una qualità di esecuzione un pochino maggiore, il sesto appuntamento della stagione sinfonica si conclude con un bilancio positivo. Sicuramente da premiare, inoltre, la scelta del repertorio, che si dimostra un’altra volta ricercato e ben costruito, con l’apprezzabile scelta di inserire in programma brani la cui esecuzione è la prima del teatro e – probabilmente – della città.

 

 

 

 

 

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