Vicenza Teatro Olimipico, 4 settembre 2023, ore 21.00
Festival Vicenza in Lirica
Wolfgang Amadeu Mozart
Messa di requiem in Re minore K 626
Cast
Barbara Frittoli
Sara Mingardo
Roberto Manuel Zangari
Riccardo Zanellato
Orchestra Camerata Musicale Città di Arco
Direttore Marco Comin
Coro Iris Ensamble
Maestro del coro Marina Malavasi
Ph by Arianna Pizzolato
Ph by Edoardo Scremin

Lunedì sera 4 settembre  il Festival Vicenza in Lirica ha inaugurato la sessione autunnale dell’ XI edizione al Teatro Olimpico di Vicenza con lo straordinario Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart. Un grande successo confermato dal pubblico che ha gremito il Teatro e che ha sostenuto la conclusione dell’esibizione con scrosci di applausi calorosi e sinceri rivolti a tutte le componenti dell’evento musicale, ai solisti di canto, di rilevanza internazionale Barbara Frittoli, Sara Mingardo, Roberto Manuel Zangari, Riccardo Zanellato, all’Orchestra Camerata Musicale Città di Arco, al Coro Iris Ensemble con Maestro del coro Marina Malavasi, e in primis al Direttore Marco Comin. Se ampiamente conosciuti erano i solisti e l’elemento corale, ha favorevolmente impressionato l’esibizione dell’orchestra trentina Camerata Musicale Città di Arco (Tn), un complesso orchestrale costituito da studenti talentuosi e giovani professionisti  provenienti dai conservatori della regione (Bolzano, Trento, Riva del Garda) che vedono la partecipazione a questo complesso strumentale, che raccoglie al massino una trentina, come occasione di formazione e preparazione alla pratica d’assieme. Non è semplice la conduzione del Requiem mozartiano per tutta la complessa vicenda che si porta dietro, opera emozionante,  che ancora oggi scuote e interroga l’ascoltatore. Non è un’opera serena: è l’ultimo messaggio di un uomo che ha paura davanti alla morte tra sono promesse di punizioni, giudizi e richieste di perdono.

La conduzione di Marco Comin ha inteso offrire una lettura nell’ambito del classicismo mozartiano caratterizzata da equilibri tra le parti puntando su una buona amalgama tra coro e orchestra, elemento essenziale per caratterizzare la partitura mozartiana, lasciando ai soli e alla loro professinalità la gestione dei loro interventi. Del resto lo spazio monumentale del Teatro Olimpico di Vicenza  si presenta come una perfetta sala acustica  se si seguono alcune prescrizione per la corretta collocazione  delle parti, tra palcoscenico e buca, senza che nessuno degli elementi ne abbia a soffrire.

In questo modo la direzione si è concentrata sull’assetto collettivo del Requiem coinvolgendo così l’attenzione all’ascolto del pubblico.  Momento emblematico la sequenza del Tuba mirun che vede alternarsi i quattro solisti (basso, tenore, contralto e soprano), che si uniscono solo al termine puntando sull’equilibrio d’effetto dell’ inizio affidato al trombone solista, che dialoga con il basso e del complesso dei fiati che sostengono il concertato. Il risultato è stata una esecuzione caratterizzata da un ritmo sostenuto che ha messo a prova, ampiamente superata i complessi artistici.
Lasciamo a Stefano Bonora, presidente della Camerata Musicale di città di Arco, nonchè violinista nella stessa una memoria di questa loro esperienza collettiva.

Ph by Arianna Pizzolato

“Quando un’associazione o gruppo musicale di ambito locale va in trasferta è sempre un motivo di festa; quello che però è capitato a noi della Camerata ” Città di Arco” non è stata solo una trasferta ” festosa”, ma un evento importante, sia dal punto di vista della qualità che dell’ impegno. Abbiamo fatto un percorso di studio su una delle pagine più difficili per orchestra, per prassi esecutiva, suono e fraseggio. Sapevamo di avere quattro solisti tra i più bravi attualmente in Italia e di dover suonare all’interno della buca di un teatro, cosa che da sempre rappresenta un incubo per equilibri e le sonorità di ogni orchestra, anche quelle più prestigiose. Ci siamo preparati con delle prove mirate, per sezioni con gli archi e lavorando intensamente sui passaggi a livello tecnico; abbiamo cercato insieme di rispettare fin da subito le indicazioni metronomiche sui tempi, (peraltro velocissimi), che il maestro Marco Comin aveva pensato per questo Requiem.
In questo contesto non è certamente mancata la fortissima componente emotiva che proprio il Requiem di Mozart porta a pensare, e cioè la riflessione sulla morte. Ognuno di noi, indipendentemente dall’ età è stato coinvolto in queste riflessioni. E questo è stato tra di noi motivo di discussione nelle calde sere d’estate dopo le nostre prove. Abbiamo poi conosciuto ” dal vivo” il Maestro poco meno di una settimana prima dell’esecuzione con grande soddisfazione: una persona molto gentile, ma diretta, un direttore che con voce ferma ti arriva direttamente al cuore. Studiare una sinfonia a memoria per un Maestro è piuttosto comune, ma dirigere un Requiem con coro , solisti , fugati ed entrate degli strumenti asimmetriche, dove tutto può succedere, è difficilissimo! . Il nostro Maestro è stato capace anche di questo. E gli orchestrali della Camerata, partendo dai fiati (corno di bassetto, fagotto, trombe e tromboni) e giungendo fino agli archi hanno seguito e compreso perfettamente tutto ciò, lasciandosi andare in quel meraviglioso incanto creato dalla musica.

Ph by Arianna Pizzolato

Il risultato? Un bellissimo concerto dove il lavoro fatto durante le prove in questo clima meraviglioso ha fatto sì che tutti noi dal più giovane al meno giovane abbiano sfruttato ogni sfumatura e assecondato con grande volontà tutte le intenzioni del maestro, rendendole e esaltandole ancora di più. Grazie quindi al Maestro Marco Comin principalmente, ai solisti ed al coro per questa grande opportunità che ci è stata offerta; opportunità che non è rappresentata solamente dal fatto di suonare in un teatro prestigioso ed in un contesto delicato, ma per l’ importante sensazione di sentirsi liberi di fare musica”.

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